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La storia di una civiltà attraverso il vetro di un bicchiere

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Della vocazione vitivinicola del Salento si è persa memoria tanto è antica. Questa è la “(…) terra del Negroamaro, dei vini rossi, possenti, solari, e del delicato, superbo, Rosato salentino.
(…) il Salento possiede la vigna più bella e va avvicinato poco alla volta, se volete godervi l’esperienza di conoscere la verità intorno alle uve che vengono coltivate e ai vini che non sono mai tutti uguali, nonostante l’ampiezza del suo territorio sia contenuta in una lingua di terra”.

Basterebbero le parole di Severino Garofano, enologo pioniere nella valorizzazione del Negroamaro e padre di importanti vini rossi, per capire l’importanza di un appuntamento come quello di Cantine Aperte, organizzato ogni anno in tutta Italia dal Movimento Turismo del Vino, che quest’anno si terrà il prossimo 29 maggio. Tante le cantine salentine che apriranno le loro porte, molti gli eventi collaterali, diversi gli itinerari creati ad hoc, anche per gli amanti della mobilità lenta.

Dicevamo, il Salento, la patria dei Messapi, è da sempre una terra a vocazione vitivinicola, dove la vite si coltiva in un modo particolare, ad alberello, una tipicità che venne riconosciuta persino dagli antichi greci, e di cui parlava Senofonte nel IV sec a.C.. E ad essere unici sono anche i nostri vini, grazie al tanto sole che nutre le uve e ai venti che sanno di mare e rendono l’aria particolarmente sapida. C’è stato un tempo non molto lontano in cui, soprattutto nei paesi che rientrano nella piana d’Arneo, ogni famiglia aveva la sua vigna. E nonostante oggi molti abbiano ceduto alla fatica e al lavoro dei campi, estirpando vigneti, o cedendoli a terzi, nella campagna salentina continuano a rincorrersi filari di uva. Si producono sempre più vini di qualità, si sperimenta, si cerca di salvaguardare la storia strizzando l’occhio all’innovazione e alla tecnologia.

Negroamaro, Primitivo, Malvasia, questi i vitigni storici del Salento, l’essenza del nostro territorio. Vini rossi, ma anche rosati. E rosato non vuol dire vino rosso mischiato con vino bianco. Il rosato nasce rosato, è quello che viene definito “vino di una notte”, perché tanto è il tempo in cui deve rimanere nei tini. Un vino che “invoglia a sollevare il bicchiere all’indirizzo di persone felici”, e che, dall’essere destinato alla sola produzione familiare, inizia a essere distribuito sfuso nelle putee di mieru, le nostre osterie, agli inizi del Novecento (il primo rosato imbottigliato risale al 1937, ad opera della Cantina Sociale di Copertino), per poi fare da apripista per la conoscenza, oltre i confini regionali, delle nostre etichette e dei nostri vini rossi, considerati per molto tempo buoni solo per il taglio.

Ancora sul rosato, vino tipico della penisola salentina, prodotto quasi esclusivamente da uve Negroamaro, Severino Garofano, in un’intervista rilasciata per Titti Pece, sostiene che:
“ll colore del Rosato anticipa il piacere della vita materiale, più di tutto invoglia ad esercitare l’olfatto e la memoria. È un Salento tutto rosa. È un vino dove vi sono forza, poesia, dolcezza e profumi inconfondibili. (…) Sollevando controluce un calice colmo di Rosato possiamo scorgere, attraverso il colore rosseggiante del vino, gli orizzonti, il colore rosa dell’alba o del tramonto, le lievi ondulazioni delle campagne, richiamare alla mente tanti ricordi legati alla magia dei colori e dei sapori del Salento.
È un po’ come fare la storia di una grande civiltà vista attraverso il vetro di un bicchiere”.

Parafrasando il grande enologo, possiamo dunque dire che la storia di un territorio passa attraverso la sua terra e i suoi frutti, e una visita in una cantina si profila come un’esperienza che va oltre il gusto: non solo degustazione di un buon vino, ma conoscenza di tecniche e metodologie di coltivazione e di produzione, scoperta di un luogo, delle sue tradizioni, della sua identità.

Questi i link ufficiali dove trovare tutte le info su Cantine Aperte 2016:
http://www.mtvpuglia.it/pdf/ca16.pdf

Per il tour organizzato:
http://puglia.topwinedestination.it/index.php/partenza-da-lecce

About The Author
Cristina Trinchera

Storyteller e Consulente per Case d'Arneo

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